lunedì 29 settembre 2008

Alloggi per artisti in Manifattura, no secco di Alleanza Nazionale

(Il Sardegna) No agli alloggi per artisti alla Manifattura Tabacchi. Oltre ad un ruolo attivo del Comune nella gestione della struttura. Anche alla luce di alcuni “diritti” che il Municipio può rivendicare sulla futura sede della Fabbrica della Creatività.
Lo chiede, in un’interrogazione, il gruppo di Alleanza Nazionale in consiglio comunale, scettico nel timore che il grande complesso di via Regina Margherita, possa, un giorno, esser convertito in albergo di lusso.
Il progetto “Fabbrica della Creatività”, dell’assessorato regionale alla Cultura parla della realizzazione di aree per residenze destinate all’accoglienza di artisti affermati e giovani desiderosi di imparare. Ma il capogruppo di An in consiglio comunale Alessandro Serra, scettico, ha improvvisato sabato mattina un sit-in davanti ai cancelli dell’ingresso della Manifattura in via Regina Margherita, assieme ad una rappresentanza di Azione Giovani e al consigliere circoscrizionale Marco Verza. Serra solleva dubbi sulle “aree per residenze” previste nel piano della Regione, criticando la “privatizzazione” di parte del complesso, dietro il quale, secondo il consigliere si nasconderebbe l’obiettivo occulto di trasformazione della Manifattura, un domani, in hotel di lusso. «Ci preoccupa», spiega Serra, «quando parla di “zone dedicate all’accoglienza ed al pernottamento degli artisti”. Questa previsione, unita alla consueta genericità del progetto chiamato “Fabbrica della creatività”, risveglia i timori che abbiamo manifestato nel 2006», prosegue Serra. «Alleanza nazionale ritiene che la Manifattura debba essere uno spazio totalmente pubblico e che gli spazi disponibili debbano avere una configurazione che non lasci presagire usi differenti. Non si comprende a quali necessità dovrebbe rispondere la creazione di 600 metri quadrati di alloggi per artisti e chi dovrebbero essere i privilegiati che potrebbero accedere agli appartamenti». An cita le “aree per residenze” (che includerà anche “l’alloggio del direttore” della Manifattura, dotato di un fantastico terrazzo con vista sul mare) descritte nel piano di riqualificazione. «Si creeranno residenze da mettere a disposizione degli operatori e dei giovani», chiarisce il progetto, «che collaboreranno alla creazione di un centro attivo e frequentabile tutto l’anno, aperto alle esigenze della città. Sarà prevista una dotazione standard residenziale-ricettiva (camere doppie, residenze, monolocali, dotati dei servizi minimi). «Ai giovani talenti», prosegue il documento, «verranno dati in tal modo gli spazi e il sostegno necessari per un confronto con gli artisti affermati, incoraggiandone l’innovazione culturale». Ennio Neri

domenica 28 settembre 2008

An attacca la Regione: "All'ex manifattura alloggi e spazi per gli amici artisti"

(L’Unione Sarda) «La manifattura tabacchi non può diventare uno spazio con alloggi privati a disposizione di non meglio precisati artisti, magari amici dell’attuale giunta regionale». Il gruppo consiliare comunale di Alleanza Nazionale lancia l’allarme dopo aver analizzato il bando della Regione per la realizzazione del progetto Fabbrica della Creatività.
Durante una manifestazione davanti ai cancelli di viale Regina Margherita il capogruppo di An, Alessandro Serra, ha lanciato un’altra bordata: «Ci sono dei documenti che confermano che alcune aree della manifattura, una volta cessata l’attività, sarebbero dovute tornare al Comune. La Regione non può tagliare fuori l’amministrazione comunale da ogni decisione su uno spazio così importante per la città».
Per fare chiarezza Alleanza Nazionale ha presentato un’interrogazione al sindaco: «Chiediamo», ha ricordato Serra, «che il primo cittadino verifichi se il Comune sia ancora oggi titolare di diritti sugli immobili che fanno parte dell’ex manifattura tabacchi. Inoltre riteniamo opportuno che vengano chieste spiegazioni alla Regione sul progetto quando si parla di “alloggi per artisti”».
Per Serra, che ieri ha presentato l’interrogazione accompagnato da alcuni componenti del gruppo Azione giovani e dal consigliere circoscrizionale del centro storico Marco Verza, il rischio è quello di dover combattere un’altra battaglia dopo quella del 2006. «Si era diffusa la voce», ha ricordato, «che la manifattura tabacchi sarebbe stata utilizzata come foresteria per i consiglieri regionali. Ci siamo opposti con forza. Oggi, dopo che lo spazio è stato negato al Comune in occasione di Monumenti Aperti e per la realizzazione di una rassegna cinematografica, si conosce un’idea di massima di quello che la Regione vorrebbe fare nella manifattura. Nel bando dello scorso 4 luglio ci sono spunti interessanti, sui quali ancora non esprimiamo un giudizio. Ma siamo preoccupati quando leggiamo il riferimento a spazi riservati ad “alloggi per artisti”. Non vorremmo che 600 metri quadri della manifattura diventassero spazi privati per pochi. Inoltre la realizzazione di appartamenti potrebbe offrire l’assist per futuri cambi di destinazione e operazioni speculative».
L’altro punto toccato da Serra è quello sul mancato coinvolgimento del Comune nelle scelte sullo spazio di viale Regina Margherita: «Ricordiamo che il Consiglio Comunale nel 1899 stabilì di cedere ai Monopoli le aree su cui sorge una parte dell’immobile: aree che sarebbero dovute tornare al Comune se non si fosse edificato o nel caso di chiusura dello stabilimento. Ci sono quindi ragioni giuridiche, ma anche politiche, perché la Regione apra un dialogo con il Comune. Finora c’è stata una chiusura totale».

martedì 23 settembre 2008

Azione Giovani, parte la campagna per il referendum regionale

Azione giovani, movimento giovanile di Alleanza Nazionale, comunica che questa mattina è iniziata la sua campagna a favore del sì ai referendum regionali del prossimo 5 di ottobre. Nei prossimi giorni, i militanti del movimento saranno impegnati nelle strade di Cagliari e dei maggiori centri della provincia per spiegare ai sardi le ragioni del sì.
“I primi due sì si basano su un dato di fatto: le bollette dell’acqua sono, negli ultimi anni, raddoppiate, in alcuni casi con aumenti anche del 200%. È sufficiente che i sardi confrontino le bollette di qualche anno fa con quelle che pagano ora, per fare la loro scelta” dichiara Azione Giovani.“Il terzo sì va nella direzione di ricongiungere i territori alle comunità e le comunità ai territori. La teca di vetro posta da Soru sull’Isola, così come il far west senza regole impediscono che si sviluppi tra i territori e le popolazioni che ci abitano un rapporto equilibrato, basato, da una parte, sul rispetto dell’ambiente, dall’altra, sulle legittime esigenze di sviluppo. La strada per un rinnovato rapporto tra ambiente e comunità locali passa necessariamente attraverso l’abrogazione del Piano Paesaggistico regionale”.

lunedì 22 settembre 2008

Azione Giovani vota Sì

Il 5 ottobre i sardi sono chiamati a pronunciarsi su tre quesiti referendari.
I primi due quesiti hanno ad oggetto l'abrogazione di due articoli della legge regionale che istituisce il servizio idrico integrato. Più in particolare il primo quesito mira alla soppressione dell'ambito territoriale unico, coincidente con il territorio regionale. L'obiettivo è quello di istituire otto ambiti territoriali provinciali in modo da differenziare il servizio e abbattere i costi per l'utenza.
Il secondo invece punta ad eliminare la tariffa unica che ha determinato aumenti anche del 200% delle bollette.
Il terzo quesito riguarda l'abrogazione della legge cosiddetta “salva-coste” sulla base della quale è stato adottato il Piano Paesaggistico Regionale e che ha previsto, in via transitoria, una serie di disposizioni tra cui il divieto indiscriminato di costruire entro i due chilometri dalla costa.
Azione Giovani si schiera a favore del “Sì” a tutti e tre i quesiti. Alla base della nostra scelta è ferma la convinzione che l'Ambiente e l'uomo siano inscindibilmente legati, in quanto entrambi parte del vivente. Tra uomo e Natura ci dev'essere un rapporto di organicità e non di strumentalità. Lo sviluppo a tutti i costi ha portato, infatti, a considerare l'Ambiente come un mero fattore di produzione, e sullo stesso piano è da porre anche chi concepisce l'Ambiente come un oggetto da museo, da chiudere dentro una teca, rendendolo di fatto impenetrabile all'uomo.
Al contrario per noi l'uomo non deve arrogarsi né il ruolo di padrone né quello di mero “collezionista” della Natura. La giusta soluzione va ricercata in un rinnovato rapporto tra comunità e territori, in cui il rispetto dell'ambiente si coniughi con le naturali attività dell'uomo.
Questo è il senso dello slogan “Ricongiungere le Comunità ai territori e i territori alle Comunità”.
La strada verso questo obiettivo passa necessariamente per l'abrogazione del Piano Paesaggistico Regionale.

Per quanto riguarda i primi due quesiti, la nostra idea è che l'acqua, in quanto bene primario e fondamentale alla vita, non possa e non debba costituire oggetto di attività lucrative, a maggior ragione se condotte da privati. Per questo motivo, essa dev'essere gestita dal settore pubblico e ciò che il cittadino deve corrispondere all'ente gestore non può, in nessun caso, eccedere i costi di gestione del servizio. Inoltre la delocalizzazione della gestione non può che portare ad un abbattimento delle bollette e ad un miglioramento del servizio. L'esperienza precedente ad Abbanoa lo dimostra.

venerdì 19 settembre 2008

Cpa Elmas, la protesta dei giovani di An "Applicate le nuove misure"

(Il Sardegna) «Le autorità competenti applichino efficacemente le nuove misure del Governo in materia di immigrazione clandestina e intensifichino i controlli in città». Così Salvatore Deidda e Giulio Uras, esponenti nazionale e locale di Azione Giovani, movimento giovanile di Alleanza Nazionale, che ieri hanno preso una dura posizione in merito a quanto accaduto la notte scorsa nel Centro di prima accoglienza di Elmas in cui un'ottantina di extracomunitari algerini hanno messo fuori uso il secondo piano del Cpa. «L’episodio di questa mattina merita attenzione per la sua gravità – scrivono gli esponenti di Azione Giovani -: i danni alle strutture e le devastazioni provocate dagli immigrati algerini dimostrano quanta poca volontà d’integrazione ci sia, da parte dei clandestini presenti a Cagliari. Emerge, piuttosto, una chiara e precisa intenzione di farla da padroni a casa nostra. Non possono e non devono esistere zone franche». Ma l'episodio mette in luce anche un grave problema di sicurezza, visto che, come ha sottolineato il sindacato della Polizia nel centro lavorano soltanto otto operatori delle forze dell'ordine a fronte di un centinaio di immigrati.

Multe a prostitute e clienti, An "Serve un'ordinanza"

(L’Unione Sarda) «Serve un’ordinanza che anticipi la legge del Ministro Carfagna». Multe per prostitute e clienti, come vorrebbe il disegno di legge che ha già ricevuto l’ok del Governo la settimana scorsa: è la richiesta – messa nero su bianco con una mozione – del gruppo consiliare di Alleanza Nazionale. Non un attacco contro il sesso a pagamento tout court, ma un provvedimento mirato a liberare le strade da minigonne, borsette e relativo seguito di ragazzi.
La richiesta. «Chiediamo al sindaco una misura specifica per il contrasto della prostituzione. Alcune zone, anche del centro, sono in balia di questo fenomeno e ci sono intere famiglie che hanno paura a rientrare a casa», sottolinea il capogruppo in consiglio comunale Alessandro Serra. Che chiede ad Emilio Floris di seguire la stessa strada scelta da Alemanno a Roma: una multa di 200 euro, che sarà (così ha annunciato il Campidoglio, anche se il provvedimento sarà attivo da gennaio 2009) portata a 500, come in molte città del nord Italia. I controlli? «Ci sono i mezzi perché vengano fatti dalla polizia municipale. E comunque il sindaco rappresenta la città nel comitato per l’ordine pubblico, al quale partecipano anche le altre forze dell’ordine». La riapertura delle case chiuse invece, «rientra in un dibattito più ampio, anche se la legge Merlin va rivista e aggiornata».
Divieto di sosta. Ma il gruppo consiliare punta a combattere la prostituzione con strumenti semplici: «Si può istituire il divieto di sosta e fermata nelle vie del sesso e, ovviamente, farlo rispettare». Anche perché in alcune strade la circolazione sta diventando un problema: «Da via Gorizia a viale Monastir, perfino in piazzale Trento, in mezzo ai palazzi della Regione, sono dappertutto», ricorda Salvatore Deidda di Azione Giovani, «e dal tramonto in poi le ragazze che abitano in queste zone non possono tornare tranquillamente a casa perché possono essere scambiate per prostitute e rischiano di essere adescate». «Chi fa sesso a pagamento quando dietro c’è lo sfruttamento, fa pena. Non vogliamo apparire come bigotti o sceriffi, ma serve più attenzione: ben vengano le multe, e le telecamere, che possono essere un efficace deterrente». Viale Elmas è il regno delle nigeriane, in via Simeto comandano le rumene. Nella zona di Santa Gilla invece, trans e omosessuali: «La prostituzione maschile è uno spettacolo ancora meno tollerabile» conclude Deidda.
Danila Meloni, componente della commissione pari opportunità, ha sottolineato come «gran parte di queste ragazze sia costretta a stare sulla strada, con violenza fisica e psicologica». Botte e raggiri, per avviare ragazze appena maggiorenni.