martedì 24 giugno 2008

Contro-olimpiadi di Azione Giovani

(L'Unione Sarda) Sabato mattina alla prima fermata hanno giocato a beach volley e calcetto: Azione Giovani ha organizzato le "Olimpiadi della libertà" (alle quali hanno partecipato circa 50 persone), per "sostenere con forza la causa di un Tibet libero dall'oppressore cinese, proprio nei giorni in cui la fiaccola olimpica passa nel territorio tibetano".

giovedì 19 giugno 2008

Olimpiadi della libertà: sport, diritti e identità

Azione giovani, movimento giovanile di Alleanza Nazionale, comunica che sabato 21 giugno, a partire dalle ore 9,00, presso la prima fermata della spiaggia del Poetto, si svolgeranno le “Olimpiadi della libertà – sport, diritti e identità”.
Militanti del movimento e semplici cittadini si sfideranno in partite a squadre di beach-volley e di calcetto.
Con questa manifestazione che si terrà in contemporanea nelle maggiori città italiane, Azione giovani intende sostenere con forza la causa di un Tibet libero dall’oppressore cinese, proprio nei giorni in cui la fiaccola olimpica passa nel territorio tibetano.
“Da anni la Cina reprime nel sangue le istanze di libertà e di autonomia del popolo tibetano” dichiara Salvatore Deidda, Dirigente Nazionale di Azione giovani “è inaccettabile che questo passi sotto silenzio, soprattutto alla vigilia dell’apertura dei giochi olimpici in Cina”.
“Su questa vicenda, c’è un assoluto bisogno di segnali forti: il Governo italiano diserti la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi” conclude Giulio Uras, Dirigente Provinciale di Azione giovani.
Sono stati invitati all’apertura della manifestazione il Sindaco di Cagliari, On. Dott. Emilio Floris, il Sen. Mariano Delogu, il Presidente provinciale di Alleanza Nazionale, On. Antonello Liori, il Consigliere provinciale di Alleanza Nazionale, Paolo Meloni, il Consigliere comunale di Alleanza Nazionale, Alessandro Serra e il Presidente della Circoscrizione n°5, Paolo Truzzu.In occasione delle “Olimpiadi della libertà” si chiuderà anche la raccolta firme contro le Olimpiadi a Pechino, promossa dall’Associazione “Tibet libero” che, in pochi mesi ha raggiunto le 4.000 firme.

giovedì 12 giugno 2008

Ambulanti, scatta un altro blitz

(Il Sardegna) Un vigile circondato da un gruppo di senegalesi, colpito al volto finisce all’ospedale. Controlli, botte e retate nel largo Carlo Felice. Tra ambulanti extracomunitari e la polizia municipale sale la tensione. Ieri mattina, la polizia eseguiva un controllo sulle licenze degli ambulanti. Tutto sembrava svolgersi come da copione, con identificazione e sequestro, ma dopo qualche momento di tensione, l’agente C. C. di 45 anni è stato accerchiato da cinque senegalesi e centrato con un pugno in pieno volto. I colleghi hanno dato l'allarme ed è scattato il blitz della municipale, coordinato con i carabinieri: caccia all’aggressore in tutte le mete privilegiate dei senegalesi. L’assalitore è riuscito a dileguarsi, ma due giovani africani sono stati fermati e identificati. L’agente se l’è cavata con qualche escoriazione. Ma tra i vigili sale la tensione. Il blitz del resto era nell’aria. C’era perfino qualche commerciante che l'annunciava da giorni. E anche il vertice di venerdì in Prefettura aveva fatto pensare a un giro di vite su licenze e abusivismo tra gli extracomunitari. Ma per il Comando dei vigili i controlli erano normale routine: «Si trattava di un normale controllo - spiega Mario Delogu, comandante della Municipale - ma un nostro agente è stato circondato e colpito. Poco dopo
è scattato il blitz, ma l’aggressore è riuscito a fuggire. Abbiamo identificato due extracomunitari e sequestrato della merce, ma da un po’ di tempo i nostri interventi si rivelano sempre meno “amministrativi” e sempre più di polizia». E promette: «Andremo alla ricerca dell’aggressore in modo che non si sentano immuni». Il comandante fa sapere che il vertice di venerdì non ha nulla a che vedere con l’intervento di ieri. «Quello è un piano che prenderà corpo più avanti e sarà coordinato dal prefetto», chiarisce Delogu. L’aggressione all’agente ha scosso anche il vicesindaco con delega alla sicurezza Maurizio Onorato che, saputo dell’incidente, si è recato nel Largo mentre era in corso il blitz: «Un brutto episodio che preoccupa - spiega Onorato – ormai la vicenda sta andando oltre le denunce dei cittadini sui fastidi per ambulanti e parcheggiatori abusivi».
Circa un mese fa, il gruppo di Azione Giovani aveva presentato alla stampa una raccolta di firme contro la crescente aggressività dei parcheggiatori abusivi extracomunitari. Ma non solo: anche online si trova una petizione indirizzata al sindaco per fermare la crescente invasione degli abusivi. Una petizione ancora aperta.
Ennio Neri

lunedì 9 giugno 2008

I giovani di An scrivono a Napolitano

(Il Sardegna) In una lettera aperta al Capo dello Stato Giorgio Napolitano i giovani esponenti di Alleanza Nazionale e Azione Giovani hanno espresso il loro dissenso al trasporto dei rifiuti campani in Sardegna. Tra le motivazioni, i componenti della giovane destra elencano la mancata individuazione dei “colpevoli” della disastrata situazione in Campania, «ma ancor più grave - denunciano - è la percezione che ci si ricordi della Sardegna solo quando ci siano da smaltire dei rifiuti mentre si assiste passivamente alla crisi del Porto Canale di Cagliari e di altre imprese che chiudono i battenti a causa del prezzo dei trasporti e dell’energia». Per arginare questa crisi economica e sociale, gli esponenti di An e Azione Giovani lanciano un appello al Presidente della Repubblica affinché sensibilizzi il mondo politico spronandolo a prendere tutti quei provvedimenti capaci di accorciare le distanze tra la Sardegna e la Penisola. Nella lettera, inoltre, si mette in guardia da un possibile rischio: la solidarietà dei sardi non finisca per alimentare il giro d’affari malavitoso che si è sviluppato intorno all’emergenza rifiuti.
Intanto, a proposito del presunto silenzio degli ambientalisti sull'argomento rifiuti campani, intervengono le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico che precisano – a scanso di equivoci, di avere preso posizione decine di volte sull'emergenza «permanente ed istituzionalizzata» dei rifiuti campani, così come sul sistematico smaltimento di "fumi di acciaieria" ben più pericolosi della munnezza napulitana. Così come sul "ritorno" del nucleare.

sabato 7 giugno 2008

Caro Presidente, anche noi siamo italiani

Riportiamo il testo della lettera aperta inviata al Capo dello Stato in merito alla vicenda degli "sbarchi" di rifiuti campani in Sardegna. La lettera è stata firmata da: Salvatore Deidda, Dirigente Nazionale di Azione Giovani; Antonella Zedda dell'Esecutivo Nazionale di Azione Universitaria; Giulio Uras per Azione Giovani Cagliari; Carlo Poddesu per Azione Universitaria Cagliari; Alessia Assorgia, Responsabile Provinciale di Azione Studentesca; Laura Fei per Azione Giovani Caravella; Alessandro Serra, Capogruppo di Alleanza Nazionale al Comune di Cagliari; Paolo Meloni, Consigliere Provinciale di Alleanza Nazionale; Toto Sirigu, Responsabile Organizzazione di Alleanza Nazionale per la Provincia di Cagliari; Paolo Truzzu, Presidente della Circoscrizione n°5 di Cagliari; Marco Verza, Consigliere di Alleanza Nazionale nella Circoscrizione n°1 di Cagliari.
Caro Presidente,
Le scriviamo in merito al drammatico problema riguardante i rifiuti campani. Siamo consapevoli che il problema le sta a cuore visto che è la sua terra natia ma le esprimiamo, in quanto Capo dello Stato, il nostro sconforto nell’apprendere che la nostra isola sarà ancora meta delle carrette che attraversano il Tirreno cariche di rifiuti.
Il nostro non è egoismo o scarso sentimento patriottico verso nostri concittadini, ma riteniamo che ancora oggi non siano stati individuati e puniti i responsabili della situazione che ha portato la Regione Campania a questa deriva e inoltre consideriamo un’offesa che lo Stato si ricordi della Sardegna solamente nel momento in cui deve offrire il proprio aiuto. Temiamo, altresì, che la solidarietà dei Sardi, lungi dal sortire effetti benefici per la popolazione campana, finisca invece per alimentare il giro d’affari malavitoso che si è sviluppato intorno all’emergenza rifiuti.
Ci permettiamo di rubarle ancora un po’ di tempo per spiegarle il nostro sentimento.
La nostra Isola attraversa una grossa crisi economica, con attività, grosse o piccole, che chiudono e mandano a spasso lavoratori che per troppo tempo sono stati illusi di aver trovato il posto in grado di garantire un esistenza, non di certo agiata, ma sicura e dignitosa.
Il Porto Canale di Cagliari è deserto e il futuro non è di certo roseo. Centinaia di operai e lavoratori saranno mandati a casa. Da anni si elencano varie motivazioni per chiudere quello che per Cagliari e la Sardegna, sarebbe dovuto essere un epicentro per il mercato mondiale.
Elevato costo del trasporto merci che arrivano e partono dalla Sardegna. Costo del lavoro, dell’energia. Tante parolone per farci capire che la nostra Isola sia isolata più che mai dal Continente. Perché mai allora lo Stato è tanto disponibile a spendere per trasportare rifiuti? E’ evidente che sarebbe più economico dirottarli in qualche Regione limitrofa ma questo non avviene. Perché?
Noi vorremmo che il prezzo di questa insularità che noi sardi paghiamo sia alleviato da quei provvedimenti che lo Stato deve garantirci per avere una vera parità con le altre Regioni. Perché L’Unilever, multinazionale che produce gelati, saponi etc doveva chiudere uno stabilimento in Italia e stranamente ha scelto di chiudere Cagliari a favore di Napoli? Costi,costi costi superiori. La politica, qui rappresentata purtroppo da un Governatore che i sardi hanno votato ma che dopo 4 anni non vedono l’ora di rimandare a casa, non ha saputo tutelare questi lavoratori. Ed è sempre più lontana la speranza per i giovani della Sardegna di poter lavorare, comprare una casa, costruire una famiglia e progettare la propria vita nella terra natia.
Ci appelliamo alla sua sensibilità, come Capo dello Stato per fermare questo trasporto di rifiuti perché riteniamo di aver già dato il nostro aiuto (che ci trovava contrari) con le navi già arrivate e che i prossimi carichi siano dirottati ad altre Regioni.
In più Le chiediamo di portare al’attenzione delle forze politiche la necessità che siano messi in essere quei provvedimenti (vedi zona franca fiscale sulle merci) che metta fine alla disparità con le altre Regioni Italiani.
Caro Presidente, noi amiamo l’Italia come non mai ma con fatti concreti vorremmo sentirci considerati come gli altri.