domenica 25 novembre 2007

Assalti culturali: il corporativismo

Martedì 27 novembre, alle ore 20,30, in sezione, riprendono gli “Assalti culturali”. Ci siamo lasciati l’anno scorso con l’ultimo assalto dedicato a Spengler. Ricominciamo, quest’anno, con un assalto sul corporativismo. A parlarcene sarà Aurelio.

sabato 24 novembre 2007

Foibe: io non scordo

Venerdì 30 novembre, il “Comitato 10 Febbraio” organizza due convegni, uno ad Isili (ore 10,00 – Chiesa di Sant’Antonio) ed uno a Monastir (ore 17,30 – Sala Consiliare), dal titolo “Io non scordo” sulla tragedia degli italiani infoibati e dell’esodo degli italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia. Ai convegni, moderati dalla Presidente provinciale del “Comitato 10 Febbraio”, Antonella Zedda, parteciperanno Marisa Brugna, esule istriana e autrice del libro “La memoria negata”, Vincenzo Maria De Luca, autore del libro “La memoria non condivisa” e Fabio Meloni, Presidente regionale del “Comitato 10 Febbraio”. Dal 30 novembre al 15 dicembre, presso la Chiesa di Sant’Antonio, a Isili, sarà inoltre possibile visitare la mostra “Istria, Fiume e Dalmazia”.

venerdì 23 novembre 2007

Ricomposizione fondiaria: ecco come la Regione spreca i soldi

I consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Antonello Liori e Mario Diana, hanno presentato un’interrogazione all’Assessore regionale all’Agricoltura, Franco Foddis, sulla bocciatura del Piano di Ricomposizione Fondiaria del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale. Il Piano, in elaborazione dal 2000 e costato finora oltre 4 milioni di euro, è stato bocciato senza appello dall’Assessorato quando era ormai giunto alla fase della progettazione esecutiva, senza che sia stata concessa alcuna possibilità di apportare modifiche che consentissero di salvare il lavoro svolto finora e le risorse impiegate.
Il progetto di ricomposizione fondiaria del Consorzio riguarda tredici Comuni dell’Alta Marmilla, con un progetto pilota nel Comune di Pauli Arbarei per la cui realizzazione è stata persino aperta una nuova sede del Consorzio. Nel 2000, all’avvio dei lavori, sono stati assunti dieci tecnici, i quali hanno lavorato fino ad oggi come dipendenti del Consorzio in forza di una successione di tre contratti a tempo determinato e tre proroghe. Tale successione ha superato i limiti previsti dalla legislazione in materia, tanto che i tecnici hanno intentato causa sia al Tar che al Tribunale del Lavoro per vedere riconosciuti i loro diritti.
In settembre, il Consorzio ha deliberato la pubblicazione del progetto esecutivo del Piano di Ricomposizione Fondiaria nel Comune di Pauli Arbarei, ma l’Assessorato all’Agricoltura, organo di controllo del Consorzio, ha bocciato la delibera “adducendo”, si legge nell’interrogazione, “motivazioni di carattere tecnico-legali” sulla metodologia usata nell’elaborazione del Piano. A seguito della bocciatura, il Consorzio ha cercato di aprire con l’Assessorato un percorso per la modifica del Piano, in maniera tale che possa ottenere il via libera definitivo, ma non ha avuto alcuna risposta.
I due consiglieri, che ricordano anche gli orientamenti più volte espressi da Foddis e dal governatore Renato Soru a favore della ricomposizione fondiaria, chiedono se è vero che, dal 2000 a oggi, il Consorzio ha richiesto in più occasioni all’Assessorato chiarimenti sulla procedura da utilizzare nell’elaborazione del Piano, senza ottenere “adeguate risposte per un positivo esito del progetto”; se è vero che, essendo emerso un vuoto normativo relativamente alla titolarità dei terreni oggetto del riordino, l’Assessorato non ha coinvolto il Consiglio regionale affinché tale vuoto venisse superato; se è vero che non ha risposto alla nota inviata dal Consorzio subito dopo la bocciatura del Piano, “fatto che dimostrerebbe il disinteresse e la chiusura preconcetta dell’organo di controllo”.
Inoltre, Liori e Diana chiedono se l’Assessorato ha ritenuto impossibile o non fondamentale l’attuazione del progetto di ricomposizione; se l’Assessore è “puntualmente informato” sull’operato della struttura o se è stato possibile archiviare un progetto costato oltre 4 milioni di euro a sua insaputa; se non sarebbe stato più opportuno rinviare il Piano al Consorzio con i necessari rilievi affinché venisse modificato anziché bocciarlo; se ritiene corretto che il Piano sia stato esaminato sotto il profilo tecnico anziché sotto quello della legittimità degli atti e, infine, se è vero che nel 2003 l’Assessorato ha bocciato la stabilizzazione dei tecnici assunti con contratti a termine per poi, in un secondo momento, avvallare la stipula di nuovi contratti a tempo determinato nonostante si fosse già stata superata la durata massima di 36 mesi fissata dalla legge.

venerdì 16 novembre 2007

Carlotta vice della Consulta, Alessia neoresponsabile di As

Ieri c’è stata la prima plenaria della Consulta Provinciale degli Studenti di Cagliari. In barba a chi spaccia la Consulta per a-politica, a-partitica, a-morfa, a-sessuata e quante più parole vi vengono in mente che iniziano con la “a”, ci siamo presentati senza negare chi siamo e cosa vogliamo. Il risultato alla fine non ci ha premiato: eletto il solito sinistrorso a-qualcosa ma che in realtà è tutto il contrario di ciò che diceva di essere. L’unica verità che ha detto è di essere a-ntifascista. Poverino! Ma non lo sai che Veltroni è antifascista “ma anche” fascista? Seconda e quindi VicePresidente della Consulta la nostra Carlotta, agguerrita e incazzata come solo uno studente di destra sa essere! Complimenti anche agli altri nostri studenti: Giacomo, Enrico e Luca dei Salesiani, Marco e Patrizia dell’Arborea, Yuri e Simone del Nautico, Gianluca del Dettori, i ragazzi dell’Euclide e, naturalmente, ad Alessia che va a prendere il mio posto come Responsabile Provinciale di Azione Studentesca. Ora e sempre, rivolta! Ah, dimenticavo, complimenti all’u-Ciellina che è riuscita a prendere solo il suo voto. Missà che l’u-Ciellino non canta più! Le scuole sono nostre e da qui non ci spostate!
Giulio

giovedì 15 novembre 2007

Alcune considerazioni sulla Birmania

Difendere un popolo perché oppresso o difendere un popolo perché oppresso da una giunta militare comunistoide? Il problema quindi è che sia oppresso in quanto tale o che sia oppresso da un regime comunistoide? Nella seconda ipotesi si pensa esclusivamente all'immediato, ignorando chi e cosa verrà dopo. Ma, al fine di evitare la navigazione a vista, la domanda dovrebbe essere sempre quella, la più valida nel valutare le azioni politiche a lungo raggio: cui prodest? A chi conviene tutta questa mobilitazione mediatica?
Siamo così ingenui da pensare che gli attuali governanti birmani siano "cattivi" oppressori per il solo gusto di opprimere? Non sarà che i generali birmani sono solo la maschera di un regime, dei "garanti dell'oppressione" utili a chi realmente sfrutta le risorse birmane? Nessuna tv ci ha parlato dei legami d’affari tra l’Unocal (legata a filo doppio con Dick Cheney, il difensore dei diritti umani in Iraq e Afghanistan) e la giunta militare Birmana; della costruzione del gasdotto Yadana che ha comportato un vero e proprio esodo di 150mila abitanti delle foreste Birmane (nonché del popolo Karen), se non quando una vera e propria riduzione in schiavitù ai lavori forzati per la sua costruzione. Non è complottismo: la Unocal è stata rinviata in giudizio in un tribunale californiano proprio per “riduzione in schiavitù” e – per essere ancora più chiari – la Unocal ha chiesto che si applicassero le leggi birmane, le quali prevedono la coercizione immediata ai lavori forzati…
Si potrebbe parlare del faro della democrazia in Medioriente: da vent’anni Israele vende armi alla Birmania (per non parlare delle collaborazioni militari con la Cina “comunista”); dell’India che rimpinza gli arsenali Birmani in cambio di gas (quello dell’Unocal); o magari della Tailandia, fedele alleato USA, che firma accordi per la costruzione di dighe per la produzione di energia idroelettrica sulle terre dei Karen, che verranno sommerse da milioni di metricubi d’acqua.
No, di questo non si parla in tv o nei giornali. Certo però è impossibile sostenere che la causa dell'oppressione sia un'ideologia: una cosa è un regime comunista, un'altra è una giunta militare con sfumature comunistoidi. Una cosa è Polpot, altra cosa la Birmania. E il sostegno della Cina? Puramente strumentale a quelli che sono gli interessi di sfruttamento delle risorse birmane. Punto. Sempre che si possa ancora sostenere che la Cina sia un paese comunista... A ben vedere si tratta di un sistema altamente capitalista basato sulla massimizzazione estrema del profitto, a partire dalla forte riduzione delle libertà sindacali. Non sono forse i capitalisti nostrani (occidentali) a chiedere una continua erosione dello Stato sociale? Non sono forse i grandi industriali nostrani (occidentali) a traslocare la produzione in Cina e a ingrandirne la potenza economica e, quindi, politica? A un occhio "ingenuo" la Cina sembrerebbe il paradiso dei capitalisti. Profitto, profitto e profitto: tutto il resto è un ostacolo.
Una cosa è certa. Se e quando cadrà la giunta militare, gli sciacalli continueranno ad operare ancor più di quanto è avvenuto fin’ora. Anzi: quei popoli fieri (come i Karen) che continueranno a lottare per la propria autodeterminazione (contro i soprusi sulla propria terra, contro la sommersione delle proprie terre, contro la coltivazione di oppio) giocoforza si ribelleranno al nuovo regime democratico e saranno chiamati “signori della guerra” se non addirittura “terroristi”.
E’ successo con i sunniti di Saddam Hussein utilizzati contro l’Iran sciita di Khomeini; con gli sciiti iracheni utilizzati contro i sunniti di Saddam Hussein. E poi con i curdi del pkk, con i talebani, con i mujaheddin, con i kossovari dell’uck, con i separatisti ceceni… La lista è lunga e va molto indietro nel tempo fino a riguardaci direttamente come nazione.
Insomma: niente di nuovo sotto il sole. E intanto continuiamo a fare il loro gioco.
Pedro

mercoledì 14 novembre 2007

OGM: passa odg di An in Provincia

Il consigliere di AN Pietro Paolo Meloni, nell’ultima seduta del consiglio provinciale, ha presentato un ordine del giorno sul mantenimento del territorio provinciale libero da organismi geneticamente modificati (OGM), che è stato approvato all’unanimità. Meloni, aderendo all’iniziativa della coalizione “Italia-Europa – Libero da ogm”, costituita da organizzazioni di rappresentanza dell’agricoltura, dell’artigianato, della piccola e media industria, dell’ambientalismo e della cooperazione internazionale, che ha promosso un dibattito nazionale perché i cittadini possano esprimersi su questi temi, chiede che il consiglio impegni la giunta «a dichiarare il territorio provinciale libero da OGM, a mettere in atto ogni intervento di competenza dell’amministrazione sul controllo di qualità degli alimenti agricolo-forestali e di allevamento prodotti nel territorio; a realizzare iniziative per lo sviluppo e la promozione di prodotti agricoli e alimentari del territorio e per la certificazione delle produzioni locali e a creare un tavolo di intesa tra produttori, industrie di trasformazione e di distribuzione del settore alimentare per valorizzare i prodotti tipici, tradizionali e a denominazione protetta».Meloni chiede anche di selezionare, tra le aziende che forniscono i pasti alle mense pubbliche, soltanto quelle che garantiscono di non utilizzare alimenti contenenti OGM e a prevedere l’inserimento di una specifica clausola vincolante in tal senso in occasione delle prossime gare d’appalto di ogni mensa pubblica. (red) (admaioramedia.it)

sabato 10 novembre 2007

Oltre il muro dei diritti negati. Libertà in Cina, Tibet e Birmania!

In occasione dell’ormai tradizionale ricorrenza del 9 Novembre Azione Giovani ha deciso di dedicare la manifestazioni di quest’anno all’abbattimento di muri che ancora non sono caduti. La manifestazione, che si è svolta in PIAZZA GIOVANNI XXIII, a Cagliari, ha visto la partecipazione di oltre sessanta ragazzi di Azione Giovani (erano presenti Caravella, Quartu e Medio Campidano). Sperimentato anche l’ariete umano per abbattere il muro. Quest’anno, abbiamo ritenuto di concentrare la nostra attenzione sulla Cina, sul Tibet e sulla Birmania. Le tre questioni, peraltro strettamente correlate per via dell’occupazione cinese nella terra del Dalai Lama e del palese sostegno del regime comunista di Pechino alla giunta militare birmana, portano alla ribalta muri odiosi che non cadono e anzi si rafforzano grazie ai timori e alle connivenze dell’Occidente: violazione dei diritti umani, negazione della libertà religiosa e delle identità culturali, sfruttamento del lavoro e dell’ambiente sono i paradigmi su cui si regge un sistema totalitario che incarna le abiezioni ideologiche e repressive del comunismo e le peggiori degenerazioni del turbo-capitalismo. Con buona pace dei tanti soloni che parlano della Cina come di una grande opportunità di sviluppo, noi riteniamo che la destra giovanile debba fare della battaglia contro il regime di Pechino una battaglia epocale di civiltà proprio come anni fa i nostri fratelli maggiori fecero contro il comunismo sovietico. Non contro il popolo cinese, ma per il popolo cinese. Per la sua libertà, per i suoi diritti. E al contempo per quelli dei popoli vicini e dei nostri popoli europei che appaiono indifesi di fronte alla competizione con un Paese in cui si viola qualsiasi regola del mercato del lavoro.

mercoledì 7 novembre 2007

Tu non sarai uomo: i bambini della Palestina.

10000 muoiono di fame ogni anno. 442 marciscono in carcere. 882 sono stati uccisi dal 2000 ad oggi. Sono i bambini della Palestina.
Save the Children, la più grande organizzazione internazionale indipendente per la tutela e la promozione dei diritti dei bambini nel mondo, ha da poco reso noti alcuni dati riguardanti le condizioni di vita dei bambini palestinesi nei Territori occupati, di cui riporto una sintesi.- Quasi quattro milioni di Palestinesi vivono nei Territori occupati, 2,5 milioni nella West Bank e 1,49 milioni nella Striscia di Gaza; il 53% della popolazione, pari a 2,1 milioni, è di età inferiore ai 18 anni.- Il 42% dei bambini palestinesi sono da considerarsi rifugiati, dato che sale al 69% con riguardo alla sola Striscia di Gaza.- 882 bambini palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano o dai coloni nel periodo compreso tra lo scoppio della seconda Intifada (settembre 2000) ed il 30 giugno 2007.- Nel solo mese di giugno, l’esercito israeliano ha ucciso 9 bambini e ne ha feriti 21, mentre gli scontri intestini tra i gruppi armati palestinesi hanno causato la morte di 7 bambini ed il ferimento di altri 6.- Dal settembre del 2000, 68 donne palestinesi sono state costrette a partorire presso un check-point, fatto questo che ha determinato la morte di 4 donne e di 34 neonati. - Alla fine di giugno, 426 minori palestinesi risultano detenuti nelle prigioni israeliane.- A partire dallo scoppio dell’Intifada e fino alla fine del 2006, solo a Gaza Israele ha distrutto totalmente o parzialmente 7.287 abitazioni, lasciando senza un tetto 34.902 bambini su un totale di 68.692 residenti; nella West Bank, le case distrutte ammontano a 3.302 e i Palestinesi interessati a 16.510.- 7 famiglie su 10 nei Territori occupati, vale a dire 2,4 milioni di Palestinesi, vive al di sotto della soglia di povertà, e tale dato ricomprende circa i due terzi dei bambini palestinesi.- 40.000 bambini dei Territori occupati sono costretti a lavorare, a cause delle pessime condizioni finanziarie delle famiglie.- Una malnutrizione cronica interessa il 10% dei bambini al di sotto dei 5 anni; solo a Gaza, ben 50.000 bambini risultano malnutriti.- Piu’ del 70% dei bambini di Gaza al di sotto dei 9 mesi risulta affetto da anemia, il che può determinare gravi conseguenze per il loro sviluppo fisico e cognitivo.- La maggior parte dei Palestinesi vive con una dotazione d’acqua ben inferiore a quanto raccomandato dalla World Health Organization per cucinare, bere e lavarsi (150 litri al giorno per persona); nella West Bank ciascun Palestinese ha accesso a circa 56 litri d’acqua al giorno, mentre tale quantità scende a 51 litri nella Striscia di Gaza.- Per il 27% delle famiglie palestinesi risulta problematico accedere ai servizi sanitari a causa dei check-points di Tsahal, per il 37% a causa delle chiusure e delle restrizioni israeliane, e per il 46% a causa dei costi dei trattamenti medici.- 10.000 bambini muoiono ogni anno, a causa soprattutto di malattie prevenibili e scarse cure per i neonati.- Quasi la metà dei bambini palestinesi ha avuto esperienze di forti traumi e stress causati dalle violenze e dai raid israeliani, o è stato testimone di violenze contro un membro della propria famiglia.- A causa delle chiusure e dei coprifuoco, più di 226.000 scolari di 580 scuole della West Bank, particolarmente nella zona settentrionale, trova impossibile, saltuario o pericoloso il recarsi a scuola.- Un’intera generazione di bambini giornalmente assiste sempre più a episodi di violenza, persino all’interno delle scuole, che dovrebbero essere luogo sicuro e protetto; uno studio risalente al 2004 della Birzeit University ha rilevato che il 45% degli studenti ha visto la propria scuola assediata dall’esercito israeliano, il 18% ha assistito all’uccisione di un compagno di scuola ed il 13% a quella di un insegnante.Un’intera generazione di bambini – aggiungo io – massacrata e in balia di un’occupazione militare illegale e sempre più brutale e feroce, abbandonata a un destino di violenza, morte e devastazione dall’Occidente "civilizzato", che assiste impassibile ad ogni più efferato crimine di guerra commesso quasi quotidianamente dai valorosi soldatini di Tsahal.Nessuna pena, nessun soccorso e, dunque, nessuna speranza per questi poveri innocenti.Nessuna speranza, neanche per il piccolo Talal, 5 anni, che allo staff di Save the Children ha dichiarato: "Vado all’asilo ogni giorno da solo. Ho paura quando vado solo. Ho paura che gli Israeliani mi spareranno. Vorrei che fosse mia madre a portarmi all’asilo, ma mia madre è occupata. Mio padre è stato arrestato dagli Israeliani e adesso è in prigione. Ho visto gli Israeliani prenderlo. Non l’ho più visto da allora".E noi, che stiamo facendo per il piccolo Talal?
www.noreporter.org
Pedro

lunedì 5 novembre 2007

Noi rimandati a settembre? Voi rimandati a casa!!!

Questa mattina Azione Giovani e Azione Studentesca, di fronte all’Ex Manifattura Tabacchi, in Viale Regina Margherita, hanno dato vita a un sit-in di protesta, esponendo uno striscione con scritto: “Noi rimandati a settembre? Voi rimandati a casa!!!”. L’occasione è stata la quarta edizione del Forum del Libro, una vetrina organizzata dal Presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, costata la modica cifra di 100.000 euro. A chiudere la rassegna libraria, erano stati invitati, tra gli altri, il Ministro della Pubblica Istruzione, Fioroni, il Vicepremier Rutelli, il Sindaco di Firenze, Domenici (nessuno dei tre si è presentato) e il Presidente della Regione Puglia, Nicky Vendola (l’unico presente). Azione Studentesca ha voluto comunque contestare la controriforma targata Fioroni, solo – come recitava uno dei nostri slogan – esami, note e punizioni. Azione Giovani ha, poi, protestato contro l’uso scorretto e prepotente dell’Ex Manifattura che Soru utilizza come se fosse roba sua, senza coinvolgere il legittimo proprietario ovvero il Comune di Cagliari. Al sit-in hanno partecipato, oltre a Caravella, i circoli di Azione Giovani di Quartu, Monastir e del Medio Campidano, il capogruppo di Alleanza Nazionale al Comune di Cagliari, Alessandro Serra, e l’Assessore alla Cultura del Comune di Cagliari, Giorgio Pellegrini. Nel corso della manifestazione, sondaggio goliardico su libro e film preferito da Soru. I ragazzi di Azione Giovani hanno scelto come libro per il Governatore “Le mie prigioni” e come film “Forrest Gump”… “Corri Soru, corri!” Stiamo arrivando…